Recensione di Elisabetta Bolondi
Autore: Marài Sandor
Titolo: Ribelli
Editore: Adelphi
Si legge tutto di un fiato l'ultimo libro di Marai che ci immerge in una atmosfera mitteleuropea alla fine della prima guerra mondiale che evoca Musil , quello del giovane Torless, e Kafka. Siamo in una cittadina ungherese, gli uomini sono al fronte, e un gruppo di liceali appena diplomati vengono descritti mentre, costituitisi in banda, compiono atti sempre più trasgressivi nei confronti di tutto ciò che appare ordine costituito: scuola, famiglia, giustizia, esercito, patria. Una forte tensione emotiva, un erotismo prepotente , un profondo contrasto di classe sono gli ingredienti con cui Marai porta avanti la narrazione: il romanzo mostra qualche incompletezza, in alcuni punti appare addirittura incerto, ma complessivamente l'autore sa costruire atmosfere e personaggi indimenticabili: si pensi alla scena dell'orgia, nella notte che i ragazzi trascorrono con l'attore Amadè, o alla descrizione dell'usuraio Havas nella parte finale del libro, o ancora alla ricostruzione del personaggio femminile, la madre aristocratica del giovane Tibor, che si finge da anni immobilizzata a letto pur di non cedere lo scettro del potere economico sulla famiglia che crede di gestire. Grande atmosfera mentre si confermano le doti di grande narratore di questo scrittore.

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